Artisti in Piazza
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Artisti in Piazza

Festival Internazionale di Arti Performative di Pennabilli
Coordinamento comunicazione
Progetto grafico e branding
Ufficio stampa
Social Media management
Gestione contenuti web
Luogo
Pennabilli (RN)
Cliente
Associazione culturale Ultimo Punto
Anni di produzione
2017 – oggi
Link di riferimento
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Dal 1997, Artisti in Piazza è uno dei principali festival italiani dedicati alle arti performative. Teatro di strada, nouveau cirque, danza, musica, clownerie, teatro di figura: ogni linguaggio contribuisce a costruire un rito collettivo in continua trasformazione.

Per quattro giorni all’anno, Pennabilli (RN) si trasforma in un grande teatro a cielo aperto, dove ogni strada, ogni piazza, ogni scorcio del borgo diventa palcoscenico possibile. Oltre 50 compagnie internazionali, centinaia di spettacoli, migliaia di presenze da tutta Europa: ma più dei numeri, conta l’esperienza — un intreccio di incontri, visioni, corpi in movimento, stupore condiviso.

Ogni edizione prende forma a partire da un concept poetico, che orienta la comunicazione visiva e testuale e accompagna il pubblico nella scoperta del senso profondo della manifestazione.
Questo lavoro si sviluppa in stretta collaborazione con la direzione artistica, in costante dialogo con i temi, le trasformazioni e gli immaginari che attraversano il festival. Linda Valenti, co-fondatrice di Tino, è anche membro del direttivo dell’Associazione Ultimo Punto, contribuendo attivamente alla visione curatoriale e allo sviluppo progettuale dell’evento.

Artisti in Piazza non è un format da replicare. È un organismo vivo, che cambia ogni anno restando fedele alla sua essenza: un invito a lasciarsi sorprendere, a partecipare come atto creativo. Attraverso un linguaggio accessibile ma mai banale, la comunicazione contribuisce a generare senso, a rendere riconoscibile il festival nella sua mutevolezza, a raccontarne la vocazione visionaria e profondamente collettiva.

Sfide e obiettivi
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In un contesto in cui i grandi eventi rischiano di omologarsi e diventare format ripetibili, Artisti in Piazza difende e rinnova la propria unicità.
La comunicazione ha il compito di:

⟶ diffondere informazioni chiare su programma, luoghi e servizi;

⟶ attrarre pubblico nazionale e internazionale, anche al di fuori dei circuiti culturali canonici;

⟶ valorizzare l’identità del festival come evento artistico e sociale;

⟶ raccontare ogni anno un immaginario coerente ma sempre nuovo;

⟶ mantenere il legame con la comunità locale, coinvolgendo anche nuovi pubblici.

Risultati
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Negli anni, il lavoro di comunicazione ha contribuito a consolidare e ampliare l’identità del festival. I principali risultati raggiunti sono:

⟶ rafforzamento dell’immagine di Artisti in Piazza come festival indipendente, aperto e riconoscibile, capace di coniugare radicamento territoriale e respiro internazionale;

⟶ integrazione di linguaggi e strumenti diversi – grafica, storytelling, contenuti digitali, media relation e social media – per costruire un racconto coerente e accessibile a pubblici differenti;

⟶ creazione di una narrazione concettuale condivisa tra direzione artistica e comunicazione, che trasforma ogni edizione in un ecosistema simbolico e narrativo;

⟶ valorizzazione della dimensione visiva e tematica del festival, attraverso progetti identitari come il bestiario glitchato (2017–2018), la piramide di desideri (2022) e l’autopoiesi (2025);

⟶ affermazione di Artisti in Piazza come processo culturale condiviso, non solo evento artistico ma spazio generativo di immaginari collettivi.

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2025 – Tutto cambia, tutto si trasforma, tutto diviene
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L'autopoiesi è la capacità di un sistema di rigenerarsi da sé, restando fedele alla propria essenza pur trasformandosi.

È un concetto che arriva dalla biologia, ma che racconta molto bene anche la natura profonda di Artisti in Piazza: un Festival che come una cellula viva accoglie nuove energie, si rigenera nel tempo, nutrendosi di incontri, gesti, visioni ma continua a riconoscersi e a farsi riconoscere.

Qui il pubblico non assiste, partecipa. L'artista non mostra, condivide. L'esperienza è fatta di relazioni, di slanci, di errori, di stupori: un sistema vivo e interconnesso, che si rinnova ogni volta grazie a chi lo attraversa. L'autopoiesi abita i corpi che danzano, i gesti, le risate improvvise, la costruzione collettiva di un'esperienza che vive grazie all'incontro.

Nel 2025 l’autopoiesi è dunque il cuore del Festival: la sua capacità di non esaurirsi mai, di trasformare ogni edizione in un nuovo inizio, restando fedele alla propria essenza. Un organismo vivo che cresce insieme a chi lo abita, generando sempre nuove forme di comunità, di arte, di vita.

2024 – L’impossibile diventa possibile
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La meraviglia accende la curiosità, allontana dall'ignoranza, ci porta su sentieri che normalmente non percorriamo e di conseguenza migliora la comprensione e la conoscenza del mondo che ci circonda.

Per quattro giorni all'anno, la meraviglia arriva a Pennabilli: artisti, forestieri e pubblico vengono catapultati in un grande teatro a cielo aperto in cui l'arte, libera nello spazio pubblico, è capace di unire persone dai gusti e dalle vite molto diverse.

Qui tutta la meraviglia possibile si concentra e si può toccare, si può vedere, ci si può tuffare lasciandosi abbagliare e trasportare da fiumi di persone che accorrono da ogni parte del mondo, tra le viuzze solitamente silenziose che per quattro giorni cantano, sorridono e si colorano.

Al Festival 2024 anche gli asini volano.

2023 – Invocare per trasformarsi
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Ci sono forze che abitano il festival da sempre. Non hanno un volto fisso: si muovono, mutano, si manifestano quando vengono invocate. Sono le muse, presenze che nutrono, custodiscono e trasformano.

Quattro creature prendono corpo, ognuna con il proprio respiro.
La Lentezza, che raccoglie e custodisce.
Il Sogno, che intreccia desideri nascosti.
La Connessione, che tesse fili invisibili tra corpi e voci.
Il Gioco, che rompe gli argini e apre possibilità inattese.

Ogni manifesto è un’apparizione diversa, un frammento di questo Pantheon mobile. Incontrarne uno significa cogliere una parte, riconoscerli tutti è percepire il coro. Non immagini isolate, ma figure in dialogo, come un organismo che si muove attraverso la città.

Artisti in Piazza 2023 è invocazione e metamorfosi: un rito collettivo in cui le muse continuano a generare visioni. Presenze che ci ricordano che il festival non si lascia mai fissare, ma rinasce ogni volta da ciò che lo ispira.

2022 – Futuro in costruzione
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Bisogna riempire gli orecchi, gli occhi di tutti noi di cose che siano all’inizio di un grande sogno. Qualcuno deve gridare che costruiremo le piramidi.
da Nostalghia, film di Andrej Tarkovskij, con sceneggiatura di Tonino Guerra.

Il festival raccoglie questa suggestione e la trasforma in un orizzonte condiviso. Non si tratta di costruire davvero una piramide, ma di riunire le forze creative, le visioni, i desideri di una comunità e tradurli in un atto collettivo. Dopo un tempo di silenzi e sospensioni, Artisti in Piazza torna come spazio di inizio, di ricomposizione e di slancio, con lo sguardo rivolto non al passato, ma al possibile.

La piramide diventa così metafora di ciò che ancora non esiste, è promessa di un futuro che prende forma solo nell’essere evocato insieme, mai finito, sempre in costruzione. Ogni spettacolo, ogni gesto artistico, ogni incontro diventa parte di questa architettura invisibile: un monumento simbolico innalzato non da pietre, ma da corpi, voci, emozioni condivise.

L’arte non si limita a rappresentare, ma diventa motore, energia che spinge a guardare più in alto, a desiderare di più, a credere che sia possibile gridare insieme a nuove piramidi.

Artisti in Piazza 2022 è un inizio che si rinnova, un sogno che non si lascia contenere, un progetto che non ha confini. Una chiamata collettiva a immaginare e a costruire, ancora una volta, ciò che sembrava impossibile.

2020 e 2021 – Il respiro collettivo
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Il flusso entropico che alimenta il nostro organismo produce energia, la cui aura si propaga dalla mente al corpo e rende capaci di grandi imprese. Questa luce interiore, se ascoltata e nutrita, si diffonde fino ad essere percepibile anche dall’esterno.

Quando più individui vivono ed esperiscono insieme un momento unico, l’energia potenziale che si crea dalla condivisione di quegli istanti, fatti di nuove e forti emozioni, diventa quasi tangibile. Rimanere indifferenti di fronte alle vibrazioni diffuse dall’Arte diventa impossibile.

Inspira, per assorbirle.
Espira, per condividerle con gli altri.

In questa alternanza di respiro collettivo nasce Artisti in piazza 2021: un campo magnetico dove le differenze si intrecciano, i corpi risuonano all’unisono e l’energia individuale diventa forza comune. È qui che l’Arte smette di essere solo spettacolo e diventa esperienza condivisa, luce che attraversa ognuno e ci restituisce parte di un tutto più grande.

2019 – Il sistema ludocratico
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L’improvvisazione, la composizione, la scrittura, la pittura, l’invenzione e tutti i gesti creativi sono una forma ludica, senza il gioco l’apprendimento e l’evoluzione non sono possibili. Giocare significa liberarsi dai limiti, ampliare il proprio raggio d’azione, incoraggiare la pluralità di risposte.

Accettando il nuovo e reinterpretando il reale, evitiamo di irrigidirci. Il gioco ci permette di riorganizzare capacità e identità, di usarle in forme inattese, rendendoci più flessibili.

La comunità che si crea durante il festival, composta da pubblico, artisti, staff e abitanti,  gioca con le discipline dello spettacolo, con i ruoli sociali, con gli spazi della città.

Il festival diventa un sistema ludico e instabile, in cui ci si può perdere e ritrovare: un invito ad abitare l’incertezza con leggerezza, a sospendere le regole note, a mettere in discussione ruoli e confini.

Nel 2019, Artisti in Piazza  appare come un labirinto modulare, fatto di cubi, percorsi, ostacoli e scorciatoie. Ogni elemento è mobile, componibile, ricombinabile. All’interno di questo spazio, compaiono tracce delle edizioni passate: simboli, frammenti visivi, piccoli ricordi che si incastrano nel presente come tessere di un gioco infinito.

2018 – L'anomalia come linguaggio
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Negli uffici dell'Associazione culturale Ultimo Punto il direttore Enrico Partisani e il suo team stavano cercando la causa del malfunzionamento del computer quando, con stupore, si accorsero che un Unicorno si era incastrato tra i circuiti. Dopo averlo rimosso, il direttore lo incollò su un foglio rosa e annotò:
<<2018Unicorn-Relay#11_12_13_14_15_16_17ErrorFound>>.

L'Unicorno può provocare una grande varietà di effetti. Alcuni incidono poco sulla funzionalità del sistema rimanendo sconosciuti per lungo tempo. Altri invece possono causare un piccolo disturbo, un bug, un errore non prevedibile, un glitch, un picco breve ed improvviso in una forma d'onda, qualcosa che spezza il ritmo solito della vita.

L'Unicorno è per noi l’elemento magico, immaginifico, l’arte. L’Unicorno è ciò che arriva a disturbare le nostre routine provocando effetti inaspettati su ognuno di noi.

Unicorno e glitch: l’improbabile e l’errore diventano linguaggio. Nel 2018 Artisti in Piazza costruisce la sua identità visiva sullo scarto e sull’imprevisto, trasformando il bug in apertura e l’interferenza in possibilità. Un festival che celebra ciò che devia come il cuore stesso dell’esperienza artistica.

2017 – Prodotto animale
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Un codice a barre cinge il logo, marchiando il festival come un prodotto sugli scaffali: una ghiera che vorrebbe prezzare, ordinare, rendere Artisti in Piazza un prodotto tra gli altri.

Ma oltre quella gabbia di righe il segno si rompe e prende vita: un bestiario pop esplode in tondo: zebre, rane, struzzi e pesci rossi, replicati e straniti, uguali e diversi, come il pubblico che ogni anno affolla Pennabilli.

L’etichetta che promette standardizzazione diventa giostra, il prodotto culturale mostra il suo paradosso: accessibile a tutti, irriducibile a chiunque.
Non un manifesto, ma quattro. Un piccolo branco, un banco, uno stormo, un coro.

Ogni animale è una postura possibile: chi salta e devia, chi si mimetizza, chi attraversa in gruppo, chi brilla da solo. La serie moltiplica l’immaginario e trasforma l’affissione in un gioco urbano, in cui la ripetizione diventa sorpresa, dove la stessa struttura ospita ogni volta una creatura differente, collezionabile ma indomabile.

Così Artisti in Piazza 2017 si presenta con la grammatica del consumo ma ne rovescia i presupposti: usa il linguaggio dell’etichetta per scardinarla, prende l’idea di prodotto e la riporta al vivo. Il Festival non si lascia chiudere in un codice, si apre come un organismo, un caleidoscopio capace di sorprendere, mischiare, cambiare pelle.

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